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Tariffe agenzia americana
Thread poster: annalisa cattaneo
María José Iglesias
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Altre riflessioni Oct 22, 2011

Akikorossella wrote:

E' vero che la tariffa è bassissima, ma dipende dalla mole di lavoro. Se ti garantisce una collaborazione fissa e continuativa, con cui potrai pagare le bollette e stare tranquilla per qualche anno (come ne ho trovate di recente), allora va bene, altrimenti no.
Dipende anche da quante parole riesci a tradurre ogni giorno, se sei velocissima oppure lenta...


Questo tuo intervento, Akikorossella, mi fa riflettere.
E lo prendo come spunto solo per aggiungere al mio intervento iniziale la seguente riflessione di carattere generale.

Quando un traduttore accetta o propone una tariffa, bassa o alta che sia, lo fa liberamente. A nessuno di noi ci viene messa una pistola sul petto, mi sembra, per accettare un lavoro a delle condizioni che sentiamo non adeguate alla nostra preparazione specifica, alla nostra formazione, alla nostra esperienza.

La mia riflessione è questa:

- È il fornitore che deve proporre una tariffa per il servizio che presta e non viceversa. Quando invece è l'agenzia che fa una proposta in base al proprio budget – e questo succede molto spesso -, al traduttore spetta di accettare o di rifiutare, sempre in base al citato principio della libertà.

- Mettiamo che anziché rifiutare i $0,03/parola il traduttore gli accetti. Perché lo fa?
Faccio qualche ipotesi:

a) perché deve comunque lavorare.
Ma se il traduttore sa che non ci guadagna niente comunque, la domanda si ripropone identica: perché lo fa?

b) perché il traduttore non ha la più pallida idea di come funziona il suo mercato
Ma qui si può rimediare, penso. Basta dedicare un periodo di tempo a studiare il mercato all’inizio dell’attività prima di accettare o rifiutare proposte da agenzie che forse nemmeno si conoscono. Se dopo questa attenta valutazione si conclude che il mercato di riferimento non convince, si può andare a esplorare un altro mercato più redditizio, oppure attendere o andare in cerca di un altro cliente dello stesso mercato che lavori in un segmento più alto. O ancora, specializzarsi di più per riuscire a spuntare tariffe più alte in un settore di nicchia.

c) perché il traduttore è convinto di fornire un servizio che non vale niente.
E qui mi viene da sorridere. Potrebbe essere un’ipotesi, ma quale traduttore pensa di non offrire un servizio di qualità? Che poi la qualità ci sia o meno forse non tocca a noi dirlo.

d) perché forse il traduttore non si è confrontato con un commercialista all'inizio dell'attività e non gli ha chiesto quanto deve fatturare all'anno per avere alla fine un reddito che gli permetta di vivere degnamente, di fare un orario di lavoro umano, di andare magari in vacanza, e non solo che gli consenta di pagare le bollette. In base a queste indicazioni, il traduttore potrebbe determinare meglio cosa accettare e cosa no.
Avrebbe senso lavorare solo per pagare le bollette?

e) perché ha deciso che comunque la sua è un'arte e non un mestiere.
In tal caso, niente da dire. C’è chi lavora per l’arte o nei rittagli di tempo, o per "arrotondare" uno stipendio fisso, o per pagarsi la discoteca della domenica. Ma allora in tutti questi casi non vale la pena lamentarsi, no?

A mio avviso continuare a lamentare all'infinito nei forum le tariffe basse fa male solo a noi stessi. Domandare o sfogarsi, come ha fatto Ann, è forse sano e serve per farsi un’idea, anche se sono convinta che non tutti i traduttori (anzi pochissimi) confessano apertamente le proprie tariffe, e meno in un forum. Per questo, non avendo un parametro di riferimento, mi chiedo semplicemente se sia utile.

Da sempre si parla fra i traduttori delle tariffe basse. Ma continuiamo a vedere qui e altrove che ci sono comunque traduttori che per i motivi citati sopra (o per altri motivi che a me, personalmente, piacerebbe conoscere) continuano a farsi del male da soli e a fare del male anche agli altri, senza praticamente accorgersene o sorvolando su questo ultimo aspetto.

Continuo comunque a non capire perché non informarsi PRIMA di proporre a un’agenzia una collaborazione.
Vi faccio un esempio di tariffe di “traduttori” che arrivano al mio ufficio. Non è una isolata, ne ricevo a centinaia così:

Tariffa a parola: €0,20
Tariffa a cartella: €4
Tariffa oraria: €1

Produzione orientativa giornaliera in numero di parole: 300
Esperienza lavorativa come traduttore: 4 anni.


Volete, per favore, confrontare la tariffa inserita a parola e quella inserita a cartella? Questo al di là, naturalmente, del prezzo proposto che non vale la pena di commentare.
Ammettendo l’ipotesi che questa persona stia iniziando, è questo modo di presentarsi alle agenzie? A questo mi riferisco quando parlo di “studiare il mercato”. E a questo mi riferivo in un altro post quando dicevo che la professionalità è una condizione della persona e non delle agenzie o dei traduttori in esclusiva.

Cosa volete poi che certe agenzie, americane, italiane, ecc. dicano a questi traduttori?
Se le agenzie propongono $0,03 a queste persone (quelle che non le cestinano, come me) mi sembra già un lusso per questi. Dico questo non perché sia una tariffa giusta o accettabile ma a uno che si presenta così, cosa vuoi che gli venga detto?

Per me l’unica soluzione è accettare le proposte che permettono di vivere con dignità e rifiutare tutte le altre. Ma per sapere quali tariffe permettono al traduttore di vivere con dignità bisogna prima studiare, informarsi e poi (o prima) farsi due conti in tasca.

Saluti,

María José

[Modificato alle 2011-10-22 16:34 GMT]


 
Chiara Gallese
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Hai dimenticato un punto Oct 22, 2011

María José Iglesias wrote:

Questo tuo intervento, Akikorossella, mi fa riflettere.
E lo prendo come spunto solo per aggiungere al mio intervento iniziale la seguente riflessione di carattere generale.

Quando un traduttore accetta o propone una tariffa, bassa o alta che sia, lo fa liberamente. A nessuno di noi ci viene messa una pistola sul petto, mi sembra, per accettare un lavoro a delle condizioni che sentiamo non adeguate alla nostra preparazione specifica, alla nostra formazione, alla nostra esperienza.

La mia riflessione è questa:

- È il fornitore che deve proporre una tariffa per il servizio che presta e non viceversa. Quando invece è l'agenzia che fa una proposta in base al proprio budget – e questo succede molto spesso -, al traduttore spetta di accettare o di rifiutare, sempre in base al citato principio della libertà.

- Mettiamo che anziché rifiutare i $0,03/parola il traduttore gli accetti. Perché lo fa?
Faccio qualche ipotesi:

a) perché deve comunque lavorare.
Ma se il traduttore sa che non ci guadagna niente comunque, la domanda si ripropone identica: perché lo fa?

b) perché il traduttore non ha la più pallida idea di come funziona il suo mercato
Ma qui si può rimediare, penso. Basta dedicare un periodo di tempo a studiare il mercato all’inizio dell’attività prima di accettare o rifiutare proposte da agenzie che forse nemmeno si conoscono. Se dopo questa attenta valutazione si conclude che il mercato di riferimento non convince, si può andare a esplorare un altro mercato più redditizio, oppure attendere o andare in cerca di un altro cliente dello stesso mercato che lavori in un segmento più alto. O ancora, specializzarsi di più per riuscire a spuntare tariffe più alte in un settore di nicchia.

c) perché il traduttore è convinto di fornire un servizio che non vale niente.
E qui mi viene da sorridere. Potrebbe essere un’ipotesi, ma quale traduttore pensa di non offrire un servizio di qualità? Che poi la qualità ci sia o meno forse non tocca a noi dirlo.

d) perché forse il traduttore non si è confrontato con un commercialista all'inizio dell'attività e non gli ha chiesto quanto deve fatturare all'anno per avere alla fine un reddito che gli permetta di vivere degnamente, di fare un orario di lavoro umano, di andare magari in vacanza, e non solo che gli consenta di pagare le bollette. In base a queste indicazioni, il traduttore potrebbe determinare meglio cosa accettare e cosa no.
Avrebbe senso lavorare solo per pagare le bollette?

e) perché ha deciso che comunque la sua è un'arte e non un mestiere.
In tal caso, niente da dire. C’è chi lavora per l’arte o nei rittagli di tempo, o per "arrotondare" uno stipendio fisso, o per pagarsi la discoteca della domenica. Ma allora in tutti questi casi non vale la pena lamentarsi, no?

A mio avviso continuare a lamentare all'infinito nei forum le tariffe basse fa male solo a noi stessi. Domandare o sfogarsi, come ha fatto Ann, è forse sano e serve per farsi un’idea, anche se sono convinta che non tutti i traduttori (anzi pochissimi) confessano apertamente le proprie tariffe, e meno in un forum. Per questo, non avendo un parametro di riferimento, mi chiedo semplicemente se sia utile.

Da sempre si parla fra i traduttori delle tariffe basse. Ma continuiamo a vedere qui e altrove che ci sono comunque traduttori che per i motivi citati sopra (o per altri motivi che a me, personalmente, piacerebbe conoscere) continuano a farsi del male da soli e a fare del male anche agli altri, senza praticamente accorgersene o sorvolando su questo ultimo aspetto.

Continuo comunque a non capire perché non informarsi PRIMA di proporre a un’agenzia una collaborazione.
Vi faccio un esempio di tariffe di “traduttori” che arrivano al mio ufficio. Non è una isolata, ne ricevo a centinaia così:

Tariffa a parola: €0,20
Tariffa a cartella: €4
Tariffa oraria: €1

Produzione orientativa giornaliera in numero di parole: 300
Esperienza lavorativa come traduttore: 4 anni.


Volete, per favore, confrontare la tariffa inserita a parola e quella inserita a cartella? Questo al di là, naturalmente, del prezzo proposto che non vale la pena di commentare.
Ammettendo l’ipotesi che questa persona stia iniziando, è questo modo di presentarsi alle agenzie? A questo mi riferisco quando parlo di “studiare il mercato”. E a questo mi riferivo in un altro post quando dicevo che la professionalità è una condizione della persona e non delle agenzie o dei traduttori in esclusiva.

Cosa volete poi che certe agenzie, americane, italiane, ecc. dicano a questi traduttori?
Se le agenzie propongono $0,03 a queste persone (quelle che non le cestinano, come me) mi sembra già un lusso per questi. Dico questo non perché sia una tariffa giusta o accettabile ma a uno che si presenta così, cosa vuoi che gli venga detto?

Per me l’unica soluzione è accettare le proposte che permettono di vivere con dignità e rifiutare tutte le altre. Ma per sapere quali tariffe permettono al traduttore di vivere con dignità bisogna prima studiare, informarsi e poi (o prima) farsi due conti in tasca.

Saluti,

María José

[Modificato alle 2011-10-22 16:34 GMT]


No, secondo me non si esaurisce tutto nel tuo esempio, ci sono anche realtà diverse, per esempio aiutare qualcuno che non ha soldi, la beneficenza, ecc...

Oppure, come ho già scritto nel commento più sopra, si possono concordare altri metodi di pagamento (percentuale nelle vendite) o prospettive future (una collana di libri da te diretta, con cui guadagnerai molto di più). Si può essere freelance e mantenere collaborazioni costanti allo stesso tempo.


 
María José Iglesias
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Non a $0,03 Oct 22, 2011

Sì, ma non a $0,03/parola, a meno che non voglia fare beneficenza, come dici tu. Infatti ho dimenticato questa ipotesi fondamentale, la beneficenza.

[Modificato alle 2011-10-22 17:13 GMT]


 
Chiara Gallese
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All'inizio serve molto Oct 22, 2011

María José Iglesias wrote:

Sì, ma non a $0,03/parola, a meno che non voglia fare beneficenza, come dici tu. Infatti ho dimenticato questa ipotesi fondamentale, la beneficenza.

[Modificato alle 2011-10-22 17:13 GMT]


Quando non sapevo come muovermi, tutti mi hanno consigliato la beneficenza. Secondo me è un percorso utilissimo, sia all'inizio per far pratica, sia dopo per spirito di liberalità.


 
Gianluca Attoli
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Concordo Oct 22, 2011

Akikorossella wrote:

María José Iglesias wrote:

Sì, ma non a $0,03/parola, a meno che non voglia fare beneficenza, come dici tu. Infatti ho dimenticato questa ipotesi fondamentale, la beneficenza.

[Modificato alle 2011-10-22 17:13 GMT]


Quando non sapevo come muovermi, tutti mi hanno consigliato la beneficenza. Secondo me è un percorso utilissimo, sia all'inizio per far pratica, sia dopo per spirito di liberalità.


 
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Beneficenza Oct 23, 2011

In questo post non si sta parlando di beneficenza, ma di accettare la tariffa di $0,03 proposta da un'agenzia americana ad Ann per un lavoro remunerato e a scopo di lucro.

 
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Il tuo post Oct 23, 2011

María José Iglesias wrote:

In questo post non si sta parlando di beneficenza, ma di accettare la tariffa di $0,03 proposta da un'agenzia americana ad Ann per un lavoro remunerato e a scopo di lucro.


Sei tu che hai elencato delle ipotesi in un post cecando di essere esauriente, io le ho solo completate aggiungendo una considerazione per aiutare Ann, che per fare esperienza potrebbe valutare di accettare lavori non-profit.


 
María José Iglesias
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Questo lavoro qui Oct 23, 2011

Sì, ma questo non era un lavoro no-profit. Tu, nella risposta ad Ann, hai commentato nel tuo primo post se quella proposta lì, fatta da un'agenzia americana, era da considerare o meno. Tu hai detto che "dipende". E io ho commentato con una riflessione sul perché si potrebbe accettare una tariffa del genere.
L'agenzia americana in questione ha proposto un lavoro vero. E il mio post qui sopra, voleva commentare il perché un traduttore potrebbe accettare i $0,03/parola per un lavoro remun
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Sì, ma questo non era un lavoro no-profit. Tu, nella risposta ad Ann, hai commentato nel tuo primo post se quella proposta lì, fatta da un'agenzia americana, era da considerare o meno. Tu hai detto che "dipende". E io ho commentato con una riflessione sul perché si potrebbe accettare una tariffa del genere.
L'agenzia americana in questione ha proposto un lavoro vero. E il mio post qui sopra, voleva commentare il perché un traduttore potrebbe accettare i $0,03/parola per un lavoro remunerato.

Piuttosto, anziché regale o fare della "beneficenza" a una agenzia, suggerisco di proporre una tariffa adeguata che permetta al traduttore di imparare sottoponendo il suo lavoro a un revisore.

[Modificato alle 2011-10-23 10:09 GMT]
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Chiara Gallese
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E i post successivi? Oct 23, 2011

María José Iglesias wrote:

Sì, ma questo non era un lavoro no-profit. Tu, nella risposta ad Ann, hai commentato nel tuo primo post se quella proposta lì, fatta da un'agenzia americana, era da considerare o meno. Tu hai detto che "dipende". E io ho commentato con una riflessione sul perché si potrebbe accettare una tariffa del genere.
L'agenzia americana in questione ha proposto un lavoro vero. E il mio post qui sopra, voleva commentare il perché un traduttore potrebbe accettare i $0,03/parola per un lavoro remunerato.
.

[Modificato alle 2011-10-23 10:09 GMT]


No, io ho specificato nei post successivi perché avevo risposto in quel modo, cosa di cui non hai mai tenuto conto nelle tue risposte.
Perché hai sempre ignorato le mie considerazioni sulla collaborazione con la casa editrice?
Non hai tenuto conto di ciò che avevo detto sulla mia esperienza, ovvero le collane e le correzioni di bozze (qui aggiungo anche le collaborazioni con gli studi legali per le traduzioni giuridiche, di cui mi ero dimenticata, ma che mi sono state passate dallo stesso editore).

Dunque ti chiedo gentilmente di rispondermi: cosa ne pensi? Credi che sia giusto accettare una tariffa di 0,03 euro a parola la prima volta, se poi in cambio avrai tali vantaggi?


 
Angie Garbarino
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Ti rispondo io Oct 23, 2011

Akikorossella wrote:

Dunque ti chiedo gentilmente di rispondermi: cosa ne pensi? Credi che sia giusto accettare una tariffa di 0,03 euro a parola la prima volta, se poi in cambio avrai tali vantaggi?


Nel caso di una persona giovane come te, sì è giusto, se questa tariffa ti permette di entrare nell'ambiente e di conseguenza ricevere altri lavori pagati il giusto.

L'importante a mio avviso e non continuare a lavorare a quella tariffa, anche perché mi sembra che tu titoli per pretendere tariffe eque ne abbia.


 
Chiara Gallese
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Grazie Oct 23, 2011

Prof. Angie G. wrote:

Akikorossella wrote:

Dunque ti chiedo gentilmente di rispondermi: cosa ne pensi? Credi che sia giusto accettare una tariffa di 0,03 euro a parola la prima volta, se poi in cambio avrai tali vantaggi?


Nel caso di una persona giovane come te, sì è giusto, se questa tariffa ti permette di entrare nell'ambiente e di conseguenza ricevere altri lavori pagati il giusto.

L'importante a mio avviso e non continuare a lavorare a quella tariffa, anche perché mi sembra che tu titoli per pretendere tariffe eque ne abbia.


Grazie per la risposta. Parlando in generale, non mi riferisco a me nello specifico, ci sono persone molto giovani che non hanno un vero e proprio curriculum, pensiamo ai bilingui-trilingui.
Magari studiano, chessò, ingegneria all'università, e non hanno mai fatto un percorso di studi specifico per traduttori.

Mio cognato, per esempio, è cresciuto a Bolzano, in Alto Adige, in cui il bilinguismo è d'obbligo.


 
Daniela Zambrini
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restare on topic Oct 23, 2011

Cari tutti,
vi ringrazio in anticipo della vostra futura collaborazione nel restare ON TOPIC.
Grazie,
Daniela


 
María José Iglesias
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Sull'argomento della discussione Oct 23, 2011

Akikorossella wrote:

No, io ho specificato nei post successivi perché avevo risposto in quel modo, cosa di cui non hai mai tenuto conto nelle tue risposte.
Perché hai sempre ignorato le mie considerazioni sulla collaborazione con la casa editrice?
Non hai tenuto conto di ciò che avevo detto sulla mia esperienza, ovvero le collane e le correzioni di bozze (qui aggiungo anche le collaborazioni con gli studi legali per le traduzioni giuridiche, di cui mi ero dimenticata, ma che mi sono state passate dallo stesso editore).
Dunque ti chiedo gentilmente di rispondermi: cosa ne pensi? Credi che sia giusto accettare una tariffa di 0,03 euro a parola la prima volta, se poi in cambio avrai tali vantaggi?


Carissima, io non sono entrata nel merito delle TUE esperienze professionali con le case editrici perché ho dato per scontato che stiamo parlando, secondo il topic iniziato da Ann, di un'agenzia americana che ha fatto una proposta alla collega di lavorare a $0,03 e che tu hai commentato.
Non sono traduttrice abituale di libri e non sono aggiornata sulle tariffe editoriali per grossi volumi, anche se posso dirti che traduco abitualmente rassegne scientifiche destinate alla pubblicazione, con incarichi voluminosi (tra 200 e 600 cartelle per volta), e le mie tariffe non si avvicinano neanche da lontano ai $0,03/parola, bensì alle mie abituali per progetti più contenuti e non destinati alla pubblicazione.

Se sia giusto o meno accettare una tariffa di 0,03 euro a parola (parlavamo fra l'altro di dollari) la prima volta o le prime volte, io dico comunque di no. Ma non so niente di come lavori tu, né della tua esperienza, né della qualità che sei in grado di fornire, né della tua formazione. A me sembra, in generale, che una tariffa del genere svilisca il lavoro del traduttore. Chi entra nel mercato, per iniziare e fare esperienza, a $0,03 o a €0,03/parola è molto difficile che poi riesca ad applicare tariffe più alte.

Comunque, insisto, senza voler risultarti acida, che l'argomento del topic era l'agenzia americana che ha fatto una proposta per un lavoro remunerato di traduzione. E nelle mie riflessioni ho tenuto conto di questo. Credo comunque che essere curatore di una collana di libri sia un lavoro molto diverso da quello del traduttore, e le tariffe applicate nel caso che descrivi le ignoro completamente. Per questo non ti ho risposto e mi sono attenuta a quello che conosco e all'agenzia americana, che non presentava né un lavoro no-profit né un lavoro editoriale. Ti ringrazio comunque per il tuo contributo, che aiuta a vedere il nostro lavoro da diversi punti di vista.

María José



[Modificato alle 2011-10-23 13:40 GMT]


 
Gianluca Attoli
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precisazione Oct 23, 2011

Intervengo solo per raccontare la mia esperienza e sfatare questo luogo comune del "dalle tariffe basse non se ne esce".

Io ho iniziato accettando come un'idrovora tariffe praticamente pari a zero (non mi vergogno ad ammetterlo: 0,01 / 0,02 EUR a parola), perché, se vogliamo essere realisti, nessuno fa lavorare un traduttore esordiente con zero esperienza e zero referenze a non dico 0,10, ma neanche a 0,05 EUR. Se siete convinti del contrario, ingaggiate un giovane laureato,
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Intervengo solo per raccontare la mia esperienza e sfatare questo luogo comune del "dalle tariffe basse non se ne esce".

Io ho iniziato accettando come un'idrovora tariffe praticamente pari a zero (non mi vergogno ad ammetterlo: 0,01 / 0,02 EUR a parola), perché, se vogliamo essere realisti, nessuno fa lavorare un traduttore esordiente con zero esperienza e zero referenze a non dico 0,10, ma neanche a 0,05 EUR. Se siete convinti del contrario, ingaggiate un giovane laureato, lasciatelo a se stesso e monitorate i suoi primi movimenti nel settore.

All'epoca (3-4 anni fa) passavo giornate e nottate a leggere tutti le discussioni fra professionisti i consigli dati dai traduttori più avviati, incamerando dozzine di informazioni e do's & dont's utilissimi sugli aspetti più disparati della professione. Se non fosse per la rete, le newsletter, i blog e questo forum avrei gettato la spugna in pochi mesi. L'unico punto che mi lasciava perplesso, tuttavia, era appunto questa litanìa del "mai accettare tariffe da fame! Dignità! Rispetto per se stessi!" che mi faceva sentire un ladro a ogni PO da fame accettato, e non capivo in che modo potessi chiedere di più. Ci ho provato, con risultati ancora (e ovviamente, aggiungerei) peggiori. Se devo passare da poco a niente per salvare la dignità di categoria, sinceramente preferisco tornare a poco e vedere come va.

Preciso: quelli che ho ironicamente chiamato "litanìe" sono discorsi sacrosanti che ora capisco e condivido in pieno, perché segnano lo scarto fra l'avventurarsi alla cieca in questa professione e lo scegliere consapevolmente di farla propria e di viverci, ma forse sono un po' poco adatti per chi inizia il (un) mestiere. A me sembra molto naturale iniziare chiedendo poco e all'aumentare di esperienze e professionalità rinnovare la clientela aumentando le tariffe. Nessuno paga un esordiente senza qualità verificabili quanto pagherebbe un professionista con più carte alla mano (per "professionista" intendo anche solo un traduttore con esperienza e tariffe al minimo della media, non tirate in ballo lo specialista di apparati militari che prende 40 centesimi a parola).

Io ho cominciato così e ne sono felice, perché ho avuto modo di tradurre molto, prendere a poco a poco un po' le misure di tutto, fare pratica e intanto acquisire esperienze da mettere in curriculum. Più esperienze, curriculum migliore, migliore impressione alle nuove agenzie: col tempo, per mia fortuna, si è instaurato un circolo virtuoso, e ho potuto alzare gradatamente le tariffe, cambiando continuamente giro di agenzie. Oggi ne pratico lo stesso di basse, perché mi considero ancora un esordiente (o almeno, pratico tariffe che molti di voi considererebbero probabilmente da fame - anche se poi spesso mi capita di vederne di più basse nei siti di professionisti più "solidi" o avviati di me: da questo punto di vista non sono meno confuso di 4 anni fa), ma sono felice così.

So che si può fare pratica anche traducendo volontariamente o aiutando altri traduttori, ma di nuovo: siamo realisti, alle agenzie frega poco l'aver "fatto pratica": vogliono nomi, dati, specializzazioni concrete, referenze professionali di lavoro "vero" con agenzie o clienti. E per averle bisogna lavorarci, e per lavorarci, all'inizio, bisogna praticare tariffe basse. Non se ne esce. L'alternativa qual è? Sparare 0,10 centesimi di tariffa freschi di laurea e rimanere per mesi a fissare l'inbox in attesa che qualche folle affidi a un emerito sconosciuto senza esperienza un testo (strapagandolo)? A me viene in mente solo questa alternativa. La terza sarebbe probabilmente fare uno stage in un'agenzia di traduzioni, ovvero sgobbare 6 o 8 ore al giorno con un rimborso che è un insulto molto più infame al concetto di "dignità del lavoratore", ma a quel punto preferisco guadagnare comunque poco ma 1) essendo libero (di gestirmi, di mollare, di farmi un giro in bicicletta se non c'è lavoro) e 2) avendo la sensazione, per quanto magari illusoria, di avere la possibilità di costruirmi un mestiere.

Non vorrei essere frainteso, ma molto spesso ho la sensazione che col passare del tempo molti professionisti perdano contatto con la realtà di chi si trova agli esordi, criticando scelte praticamente obbligate e non necessariamente disastrose o deleterie... è solo una sensazione, non voglio offendere nessuno e non mi riferisco a nessuno in particolare.

(sono stato prolisso e forse un po' OT, scusatemi)

[Modificato alle 2011-10-23 17:23 GMT]
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Giovanni Guarnieri MITI, MIL
Giovanni Guarnieri MITI, MIL  Identity Verified
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Questione di scelte Oct 23, 2011

Ognuno è libero di lavorare tanto e di guadagnare molto poco... per fortuna, non siamo tutti uguali...

 
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