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Ricevute, prestazioni occasionali e gestione separata INPS
Thread poster: Nan-Young Baek
Nan-Young Baek
Nan-Young Baek
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Sep 8, 2009

Sono una traduttrice ed interprete freelance, lavoro in Italia con prestazioni occasionali per diverse agenzie e non ho partita iva.
Per la prima volta quest'anno ho dovuto aprire la gestione separata INPS. Questo non sarebbe un male, perché significa che lavoro di più. Però da quando devo inserire nelle ricevute la voce relativa alla gestione separata INPS sono iniziati i "problemi" con le agenzie.
Sembra che nessuna agenzia sappia che cosa è questa cosa. Tutti mi dicono che de
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Sono una traduttrice ed interprete freelance, lavoro in Italia con prestazioni occasionali per diverse agenzie e non ho partita iva.
Per la prima volta quest'anno ho dovuto aprire la gestione separata INPS. Questo non sarebbe un male, perché significa che lavoro di più. Però da quando devo inserire nelle ricevute la voce relativa alla gestione separata INPS sono iniziati i "problemi" con le agenzie.
Sembra che nessuna agenzia sappia che cosa è questa cosa. Tutti mi dicono che devono contattare i commercialisti perché non sanno come conteggiare le cifre. Una agenzia all'inizio addirittura mi ha detto che loro non intendono pagare la mia pensione!
Ma davvero è così strano che un traduttore si trovi in questa fascia? Purtroppo il contributo INPS è necessario per legge, ed è previsto che per i traduttori freelance lo paghino le agenzie chiedendo 1/3 al traduttore. Non è questa la legge? Le cifre sono cambiate, ma questa legge è in vigore già da qualche anno - perché tutti fanno storie? Penso che una agenzia possa scaricare in qualche modo l'INPS che deve pagare per me... o no?
Qualcun altro nel forum ha o ha avuto problemi simili? ho provato a cercare sui vari forum, ma non ho trovato altri casi simili. E non so bene ora come comportarmi - mi sembra quasi che chiedo un favore alle agenzie!
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Eleonora Tondon
Eleonora Tondon  Identity Verified
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Anch'io sono interessata... Sep 8, 2009

Anch'io sono interessata a questa cosa. Qualcuno può darci delle delucidazioni?
Grazie a Nan-Young Baek che ha postato questo topic!


 
Laura Iovanna
Laura Iovanna
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qualcosa di strano Sep 8, 2009

Nan-Young Baek wrote:

Ma davvero è così strano che un traduttore si trovi in questa fascia? Purtroppo il contributo INPS è necessario per legge, ed è previsto che per i traduttori freelance lo paghino le agenzie chiedendo 1/3 al traduttore. Non è questa la legge? Le cifre sono cambiate, ma questa legge è in vigore già da qualche anno - perché tutti fanno storie? Penso che una agenzia possa scaricare in qualche modo l'INPS che deve pagare per me... o no?!



Ciao!
Provo a riassumere un attimo per vedere se ho capito bene. Ti sei dovuta iscrivere alla gestione separata perché hai superato i 5000 euro (se tale è rimasta la soglia) di compensi ricevuti per prestazioni occasionali. Però non hai aperto la p.iva. Già qui mi sembra di vedere la prima anomalia nella tua posizione a meno che i proventi non ti arrivino da varie attività. È la prima volta che sento parlare di un freelance iscritto alla gestione separata senza p.iva (in genere le iscrizioni avvengono contemporaneamente) e nessuno mi ha mai mandato una notula che presentasse questa situazione, ovvero una ricevuta di prestazione occasionale in cui il collaboratore mi chiede un contributo inps non meglio identificato.

In realtà so che molte agenzie fanno firmare ai freelance senza p.iva un documento in cui si dichiara che il traduttore sta svolgendo una prestazione occasionale, che lo stesso rientra nella soglia dei 5000 e che dunque è escluso da tutto quanto concerne l'inps.

Quello a cui ti riferisci (i contributi pagati in parte dal datore di lavoro e in parte dal lavoratore) è nell'ambito di un lavoro da dipendente, non da freelance!

Se io sono un freelance con la p.iva iscritta alla gestione separata non è certo l'agenzia a cui emetto la fattura a pagarmi la pensione, magari!!! I contributi ce li paghiamo fondamentalmente da soli!!! Quello che un freelance può fare (ma l'agenzia può rifiutarsi comunque) è aggiungere all'importo della fattura un 4% (facoltativo) in più come contributo previdenziale inps. Ma la parte restante, ovvero più del 20% spetta solo ed esclusivamente a te. E non credo che le cose cambino se non hai la p.iva (anzi, ripeto, mi sembra strano che tu lavori con questo profilo particolare, almeno a me sconosciuto).

Spero di aver capito bene la situazione.
Ciao
Laura


 
Giuseppina Gatta, MA (Hons)
Giuseppina Gatta, MA (Hons)
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No Sep 8, 2009

Laura si sbaglia, la situazione esiste, ci sono stata anche io ma i dettagli non li ricordo più (è una cosa complicata) e ti consiglio assolutamente di consultare un commercialista e anche di andare direttamente all'INPS e parlare con qualcuno che ne sa qualcosa della gestione separata.

 
Laura Iovanna
Laura Iovanna
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precisazione Sep 9, 2009

Giuseppina Gatta, MA wrote:

Laura si sbaglia, la situazione esiste, ci sono stata anche io ma i dettagli non li ricordo più (è una cosa complicata) e ti consiglio assolutamente di consultare un commercialista e anche di andare direttamente all'INPS e parlare con qualcuno che ne sa qualcosa della gestione separata.



Infatti io ho detto che dipende anche da dove vengono i proventi (se da una o più attività, cosa che Nan Young non ci ha detto).
È un dato di fatto che non si possa svolgere l'attività da freelance con svariati clienti e per un importo annuo consistente senza p.iva e solo emettendo ricevute di prestazione occasionale. È in questo che ci ho visto un'anomalia ed è per questo che ho detto che non l'ho mai visto. Però non escludo che possa esistere una situazione simile a determinate condizioni. Rimango curiosa allora di sapere in che condizioni un freelance possa vedersi pagati i contributi dalle agenzie


 
Mara Ballarini
Mara Ballarini  Identity Verified
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simile esperienza Sep 9, 2009

Io sono in una situazione simile, anche se mi trovo ancora, diciamo, nel 'limbo', visto che è il primo anno che opero in italia senza partita iva. Ce l'avevo, l'ho chiusa perché ho trascorso un lungo periodo all'estero ed ero registrata all'estero, e ora sono rientrata solo per poco tempo e quindi non mi conviene riaprirla visto che ripartirò a breve. La mia paura era di superare la soglia dei 5000 e ho cercato di informarmi sulle varie possibilità, non che ve ne siano molte, né che sia sem... See more
Io sono in una situazione simile, anche se mi trovo ancora, diciamo, nel 'limbo', visto che è il primo anno che opero in italia senza partita iva. Ce l'avevo, l'ho chiusa perché ho trascorso un lungo periodo all'estero ed ero registrata all'estero, e ora sono rientrata solo per poco tempo e quindi non mi conviene riaprirla visto che ripartirò a breve. La mia paura era di superare la soglia dei 5000 e ho cercato di informarmi sulle varie possibilità, non che ve ne siano molte, né che sia semplice trovare qualcuno che ti sappia dare informazioni utili...All'ufficio delle entrate mi avevano detto che non era un problema, trattandosi del primo anno che svolgevo prestazioni occasionali (e a partire già da metà anno) io ero tenuta semplicemente a emettere le mie ricevute (note per prestazioni in luogo della fattura e ricevuta all'effettivo pagamento - perché in tale posizione non si è tenuti a dichiarare nulla finché non si riceve materialmente il denaro, e quindi un po' perché non si sa mai, un po' perché si potrebbe incassare una prestazione svolta in un anno nell'anno fiscale successivo, la ricevuta si fa solo all'effettivo pagamento) con ritenuta d'acconto se indirizzate a clienti italiani possessori di partita iva (se clienti italiani non possessori di partita iva o clienti esteri, la ritenuta d'acconto non va applicata in fattura perché non saranno in grado di versarla e la deve versare il prestatore di servizi con la dichiarazione dei redditi). Al momento della dichiarazione dei redditi poi, saranno loro (lo stato) a regolarizzare i conti e quindi a detrarre la ritenuta d'acconto non ancora versata e aprire una posizione inps (se ancora inesistente) e detrarre l'ammontare dei contributi dovuti se si sono superati i 5000 euro.

Ora, essendo appunto la prima volta che mi trovo in questa situazione, la sto ancora sperimentando, e quindi non so come andrà a finire, la mia principale paura è quanto mi detrarranno per l'inps superati i 5000 euro, ma si vedrà. Comunque questo è quanto mi avevano detto. Avevo poi sentito che se si superano i 5000 euro e si è convinti di portare avanti l'attività che ha, nel frattempo, preso piede (si tratta solitamente di professionisti all'avvio di una nuova attività solitamente - anche se non è esattamente il mio caso), bisognerebbe aprire partita iva; ma ho sentito anche che se non si è sicuri di proseguire nell'attività o degli esiti della stessa, perché incerti sulla quantità di lavoro, ecc ecc, si può forse proseguire nello stesso modo. Quindi, questo è forse proprio il caso di Nan-Young. Fatto sta che, una volta aperta una posizione alla gestione separata, i contributi lì dovrà pagare il professionista, non il cliente. Come dice Laura, tutt'al più alle agenzie italiane si può applicare la rivalsa del 4%, se lo accettano (perché non sono tenute a farlo), ma sicuramente non si può chiedere al cliente di pagarci i contributi.

Precedentemente mi era stato proposto anche di chiedere alle agenzie di farmi un contratto a progetto (i famosi co.co.co.), ma questo solo nel caso di un lavoro importante, altrimenti non ne vale la pena, e per un cliente italiano che sappia già come farli, altrimenti è un casino anche per loro.

Certo è che, se l'attività comincia a girare bene e sei sicura di portarla avanti, non dico che convenga eprché qui in italia c'è ben poco che conviene!, ma vale sicuramente la pena pensare di aprire la partita iva; per chi la apre per la prima volta ed è libero professionista ci sono innanzitutto delle agevolazioni, e poi, la cosa migliore è che ti sarà possibile detrarre tutte le spese che fai per il lavoro, cosa impossibile al momento con le sole prestazioni occasionali.

Il suggerimento di Giuseppina di consultare un commercialista è sicuramente il migliore, comunque, perché la situazione varia da persona a persona e il commercialista potrà indirizzarti verso al soluzione migliore per il tuo caso specifico.

In bocca al lupo!
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Christel Zipfel
Christel Zipfel  Identity Verified
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Commercialisti... Sep 9, 2009

Mara Ballarini wrote:

Il suggerimento di Giuseppina di consultare un commercialista è sicuramente il migliore, comunque, perché la situazione varia da persona a persona e il commercialista potrà indirizzarti verso al soluzione migliore per il tuo caso specifico.

In bocca al lupo!


Non posso contribuire con nulla al problema, solo con il mio motto: commercialista che vai, risposta che trovi

Ne abbiamo letto qui di tutti i colori, di commercialista disinformati, troppo fantasiosi, che capiscono fischi per fiaschi o prendono dei granchi fenomenali....

Meglio quindi sentirne più di uno (e poi fare una media delle loro risposte, tirarle a sorte, fidarsi di quello che sembra più in gamba, che so:-)), e molto meglio ancora cercare le informazioni personalmente, se possibile, e poi approfondirle con l'aiuto di un valido commercialista.


 
Nan-Young Baek
Nan-Young Baek
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ecco miei dettagli Sep 10, 2009

Innanzitutto ringrazio tutti per le vostre risposte.
Mi spiego meglio: dicendo "traduttrice freelance" intendo che lavoro come traduttrice o interprete per parecchie agenzie o clienti diretti, cifre variabili, ma comunque per ciascuno meno di 30 giorni, quindi rientro nella categoria delle prestazioni occasionali. Non sono dipendente. Non faccio altri lavori pagati oltre traduttrice e interprete. A ciascuno rilascio ricevuta proforma (mi pare si chiama così).
Fino all'anno scorso i
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Innanzitutto ringrazio tutti per le vostre risposte.
Mi spiego meglio: dicendo "traduttrice freelance" intendo che lavoro come traduttrice o interprete per parecchie agenzie o clienti diretti, cifre variabili, ma comunque per ciascuno meno di 30 giorni, quindi rientro nella categoria delle prestazioni occasionali. Non sono dipendente. Non faccio altri lavori pagati oltre traduttrice e interprete. A ciascuno rilascio ricevuta proforma (mi pare si chiama così).
Fino all'anno scorso il mio totale era meno di 5000 lordi per cui emettevo ricevuta proforma con solo RdA. Da quest'anno è oltre 5000.
Non sapevo cosa fare, così ho letto dei blog (facendomi aiutare anche da mio marito, perché la legge italiana è molto difficile e ambigua - anche lui, che è scienziato, non ci capisce molto!) e abbiamo letto su tanti blog che fare P. IVA non è facile e non conveniente se guadagno meno di 15000 euro annui. Forse sbagliamo?
Mi sembra che per prestazioni occasionali non c'è limite massimo di soldi (solo buon senso). C'è però l'obbligo di aprire gestione separata INPS e di dirlo alle agenzie o ai clienti.
La aliquota quest'anno è 25.72%, di cui 2/3 li paga l'azienda e 1/3 la devo pagare io.
Ho letto anche che chi fa prestazioni occasionali non paga direttamente l'INPS ma la paga l'azienda che poi trattiene 1/3 a me secondo un modello simile a questo che ho trovato in rete:
http://www2.units.it/~biologia/PRESTOCC_compenso.pdf
più o meno quello che uso io (la mia è più semplice).
Mi pare però che pochi sanno info precise su queste cose.
E poi mi chiedo anche: non sono sfavorita rispetto ad altri traduttori che non superano 5000 euro e che quindi non hanno questa voce nella loro ricevuta? In fondo, a parità di netto, all'agenzia (e quindi al cliente) costo di più... Forse loro poi scaricano questa cifra in qualche modo (non sul cliente!).
Comunque il problema non è solo questo: è che quando le agenzie mi chiedono il preventivo magari lo accettano, ma quando poi si tratta di pagare cominciano a fare storie (con una agenzia da due mesi sto aspettando che approvino la mia ricevuta). Prima quando ero sotto 5000 non c'era problema. Ma adesso no, e mi pare di essere l'unica con questo profilo...
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Giuseppina Gatta, MA (Hons)
Giuseppina Gatta, MA (Hons)
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Nan Sep 10, 2009

Quello che scrivi è corretto. C'è un mito da sfatare (tu lo sai già ma altri colleghi continuano a scrivere questa cosa errata), secondo cui dopo i 5000 Euro bisogna aprire la P. IVA. Non è assolutamente vero! Quindi ciò che stai facendo è corretto, ma il problema, come dici tu, è che nessuno ne sa niente. La prima agenzia con cui superi i 5000 Euro deve pagare, come hai indicato tu, i 2/3 della percentuale INPS e tu paghi il resto. Io al posto tuo (come ho anche fatto all'epoca) andrei a... See more
Quello che scrivi è corretto. C'è un mito da sfatare (tu lo sai già ma altri colleghi continuano a scrivere questa cosa errata), secondo cui dopo i 5000 Euro bisogna aprire la P. IVA. Non è assolutamente vero! Quindi ciò che stai facendo è corretto, ma il problema, come dici tu, è che nessuno ne sa niente. La prima agenzia con cui superi i 5000 Euro deve pagare, come hai indicato tu, i 2/3 della percentuale INPS e tu paghi il resto. Io al posto tuo (come ho anche fatto all'epoca) andrei all'INPS e mi farei avere una qualche documentazione da presentare ai clienti, così capiscono. Inoltre, i clienti esteri, se ne hai, ovviamente non devono pagare questa cosa.
Ciao
Giusi
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Agnès Levillayer
Agnès Levillayer
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Chi paga cosa? Sep 10, 2009

Giuseppina Gatta, MA wrote: La prima agenzia con cui superi i 5000 Euro deve pagare, come hai indicato tu, i 2/3 della percentuale INPS e tu paghi il resto.
Giusi


Scusa Giusi, stiamo parlando di esercizio autonomo dell'attività dove l'agenzia è quindi un "cliente" non un datore di lavoro, dove hai letto di questa percentuale pagabile dal cliente?!

Mi risulta che questa ripartizione 1/3-2/3 è valida in caso di collaborazioni ma non di lavoro autonomo

[Modifié le 2009-09-10 22:15 GMT]


 
Laura Iovanna
Laura Iovanna
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buon senso?? Sep 11, 2009

Giuseppina Gatta, MA wrote:

Quello che scrivi è corretto. C'è un mito da sfatare (tu lo sai già ma altri colleghi continuano a scrivere questa cosa errata), secondo cui dopo i 5000 Euro bisogna aprire la P. IVA. Non è assolutamente vero! Quindi ciò che stai facendo è corretto, ma il problema, come dici tu, è che nessuno ne sa niente. La prima agenzia con cui superi i 5000 Euro deve pagare, come hai indicato tu, i 2/3 della percentuale INPS e tu paghi il resto. Io al posto tuo (come ho anche fatto all'epoca) andrei all'INPS e mi farei avere una qualche documentazione da presentare ai clienti, così capiscono. Inoltre, i clienti esteri, se ne hai, ovviamente non devono pagare questa cosa.
Ciao
Giusi


Mi dispiace Giusi, ma non sono assolutamente d'accordo.
Va bene che la normativa in questione è ambigua e soggetta a interpretazione ma per me Nan sbaglia di grosso e sfido chiunque, nei suoi panni, a dormire sonni tranquilli. Per me sta sbagliando a non aprire la p.iva, proprio per la descrizione che ci ha fatto. Non è tanto i 5000 euro o non 5000 euro. Il fatto di aprire la p.iva dipende dal numero delle ricevute che si emettono e dall'importo delle stesse (è qui che emergono i problemi e le possibili interpretazioni perché per uno magari bastano 4/5 ricevute e per un altro ne servono 10.. è qui che sta la non chiarezza della normativa). Con una collega diversi anni fa abbiamo fatto un esperimento - durato una settimana... 100 telefonate, 50 a testa, all'ufficio delle entrate per chiedere ai vari operatori se dovessimo o meno aprire la partita iva nelle nostre condizioni (che erano praticamente identiche a quelle di Nan). 93 operatori ci dissero di aprirla perché sarebbe stato evidente, in caso di controlli, che si trattava di un'attività costante. Se uno ha 15 ricevute nel corso dell'anno, anche se guadagna poco, mi dispiace ma non si tratta di una prestazione occasionale.

Nan dice "lavoro come traduttrice o interprete per PARECCHIE agenzie o clienti diretti, cifre variabili..." ma più evidente di così???
Oltre ad avere PARECCHIE ricevute, qui per di più Nan supera anche i 5000 euro (e se va a leggere la normativa non si parla di BUON SENSO, ma di dati ben precisi, anche se scritti male).
Per me Nan è una professionista, che non guadagna ancora tanto, ma pur sempre una professionista che, in quanto tale, deve aprire la p.iva. E francamente, credo che avrà enormi difficoltà a farsi pagare i contributi dalle agenzie (che non amano di certo avere a che fare con "casi" particolari o dover pagare contributi in più e che, come dice Agnes, non sono datori di lavoro ma CLIENTI). Questa situazione, secondo me, giusta o sbagliata che sia, rischia di avere per Nan un effetto controproducente (ovvero di farle perdere clienti).
E poi, fatemi capire... la differenza di "convenienza" nel non aprire la p.iva sta appunto nell'assenza degli obblighi INPS per coloro che lavorano in RdA. Se lei si è comunque dovuta iscrivere alla gestione separata, anche se forse paga meno (sempre che sia riuscita a farsi pagare da qualcuno quei contributi), dove è tutta questa convenienza? L'irpef è sempre quella con o senza p.iva, no? Dove è il vantaggio di operare in una situazione per me poco chiara e che, in caso di controlli, sarebbe soggetta all'interpretazione del funzionario di turno dell'Erario (che potrebbe metterla in difficoltà)? Francamente io non la vedo e il mito da sfatare secondo me è proprio il timore di aprire la p.iva.

Non so, io la vedo così...
Saluti a tutti
Laura


 
Nan-Young Baek
Nan-Young Baek
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precisazione Sep 11, 2009

Scusate ma è proprio per chiarirmi che scrivo.

Oltre ad avere PARECCHIE ricevute, qui per di più Nan supera anche i 5000 euro (e se va a leggere la normativa non si parla di BUON SENSO, ma di dati ben precisi, anche se scritti male).


La legge però parla solo del limite di trenta giorni lavorativi per agenzia da non superare. Non dice nulla sui soldi. "Buon senso" l'ho detto io: intendevo che se uno lavora 200 giorni all'anno allora si è professionista. Purtroppo io non sono ancora arrivata lì, magari! Ho appena superato 5000 euro, lordi, e comunque questo limite è solo per posizione INPS. Anche Altroconsumo mi ha confermato che non è obbligatorio aprire la p. iva.
E poi, in altri forum di altri mestieri, ho letto che qualcuno guadagna anche oltre ventimila euro ma per enti o agenzie diverse e le fa rientrare in prestazioni occasionali.

E poi, fatemi capire... la differenza di "convenienza" nel non aprire la p.iva sta appunto nell'assenza degli obblighi INPS per coloro che lavorano in RdA. Se lei si è comunque dovuta iscrivere alla gestione separata, anche se forse paga meno (sempre che sia riuscita a farsi pagare da qualcuno quei contributi), dove è tutta questa convenienza? L'irpef è sempre quella con o senza p.iva, no? Dove è il vantaggio di operare in una situazione per me poco chiara e che, in caso di controlli, sarebbe soggetta all'interpretazione del funzionario di turno dell'Erario (che potrebbe metterla in difficoltà)? Francamente io non la vedo e il mito da sfatare secondo me è proprio il timore di aprire la p.iva.


In realtà non intendevo quello: lo so che irpef non cambia. E volevo dire che non sono contraria ad aprire la partita iva. Se devo farlo lo faccio. Ho scritto per capire perché le agenzie fanno tante storie, se succede solo a me o anche ad altri.
Ho letto però che costa parecchio (anche qui però c'è confusione), e che poi mi dovrei pagare un commercialista, mentre fino adesso facevo da sola. E' solo questa è la differenza di convenienza.
Per cui, se posso evitare legalmente, lo evito. Ma non ho paura.
Vedo comunque che anche sul forum le idee sono confuse su questo punto. Allora non sono solo io che non capisco.
Però non ho capito una cosa: se io avessi partita iva, chi paga i contributi inps?


 
Angie Garbarino
Angie Garbarino  Identity Verified
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Contributi inps con partita IVA Sep 12, 2009

Nan-Young Baek wrote:
Però non ho capito una cosa: se io avessi partita iva, chi paga i contributi inps?


Tu, o meglio, puoi aggiungere alle tue fatture il 4% a carico del cliente, ma la differenza (circa il 20%) la paghi tu.

Per il resto non mi sento di commentare nulla, c'è confusione e io ho pa P.I. da tanti anni per cui non saprei. So però che l'inps la pago io.

Auguri e buon week end!

Angio


 
Laura Iovanna
Laura Iovanna
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... Sep 12, 2009

Nan-Young Baek wrote:

Scusate ma è proprio per chiarirmi che scrivo.

Oltre ad avere PARECCHIE ricevute, qui per di più Nan supera anche i 5000 euro (e se va a leggere la normativa non si parla di BUON SENSO, ma di dati ben precisi, anche se scritti male).


La legge però parla solo del limite di trenta giorni lavorativi per agenzia da non superare. Non dice nulla sui soldi. "Buon senso" l'ho detto io: intendevo che se uno lavora 200 giorni all'anno allora si è professionista. Purtroppo io non sono ancora arrivata lì, magari! Ho appena superato 5000 euro, lordi, e comunque questo limite è solo per posizione INPS. Anche Altroconsumo mi ha confermato che non è obbligatorio aprire la p. iva.
E poi, in altri forum di altri mestieri, ho letto che qualcuno guadagna anche oltre ventimila euro ma per enti o agenzie diverse e le fa rientrare in prestazioni occasionali.



Nan, però il cosiddetto buon senso sta anche nel numero di clienti che hai. Anche se la questione dei trenta giorni fosse così come l'hai capita tu, non puoi certo lavorare 10 giorni per 20 agenzie diverse o anche 1 giorno solo per 40 agenzie o clienti privati! Se anche emetti 40 ricevute da 50 euro, mi spiace, ma non puoi operare in rda, almeno è così che è stato detto a me in quelle famose 100 telefonate. Qui sta il "buon senso". Non più di 10 ricevute l'anno ("numero" che non troverai ovviamente da nessuna parte), questo è quello che penso e che è emerso da quella piccola indagine. Forse molti non saranno d'accordo, ma purtroppo viviamo in un paese dove non c'è un'unica interpretazione delle normative.
Sì, lo so, ci sono persone che fanno ricevute per 20000 euro... chiedigli come però... avranno una o due ricevute ma per lo stesso cliente e non PARECCHI clienti, è impossibile altrimenti.
I costi di gestione della p.iva non sono così elevati... il grosso è l'inps (che paghiamo da soli o con un minimo contributo delle agenzie del 4%). L'irpef è uguale e dipende dallo scaglione del tuo reddito (come per qualsiasi categoria). Sì, ovvio, devi pagare il commercialista ma puoi anche scaricare tante spese che senza p.iva non potresti scaricare (pc, stampanti, cartucce, cancelleria, dvd, mobili per il tuo studio...). Francamente il costo del commercialista te lo ripaghi. I costi variano dai 500 ai 1000 euro l'anno (so che quelli che aderiscono al forfettono pagano anche meno perché ci sono meno adempimenti) ma puoi comunque sempre rivolgerti ai patronati locali che ti aiutano gratuitamente.

Comunque, in conclusione... è necessario che tu ti rivolga a un buon commercialista perché il fai da te e i forum sono spesso fuorvianti. Se pensi di continuare con questa attività devi pensare a lungo termine e quindi l'apertura della p.iva è una tappa obbligata.

Laura


 
2GT
2GT  Identity Verified
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P. IVA, occasionalità e INPS Sep 12, 2009

La partita IVA è obbligatoria se si svolge un'attività in maniera continuativa, indipendentemente dal fatturato.
In caso contrario, si è classificati come lavoratori autonomi occasionali.
La soglia di 5.000 EUR di fatturato si riferisce all'obbligo di iscrizione alla gestione separata dell'INPS.

Nel nostro settore, l'iscrizione alla gestione separata dell'INPS è obbligatoria

- per chi ha la partita IVA
- per chi non svolge quest'attività in manier
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La partita IVA è obbligatoria se si svolge un'attività in maniera continuativa, indipendentemente dal fatturato.
In caso contrario, si è classificati come lavoratori autonomi occasionali.
La soglia di 5.000 EUR di fatturato si riferisce all'obbligo di iscrizione alla gestione separata dell'INPS.

Nel nostro settore, l'iscrizione alla gestione separata dell'INPS è obbligatoria

- per chi ha la partita IVA
- per chi non svolge quest'attività in maniera continuativa (poiché ad esempio ne svolge un'altra primaria) e quindi non ha partita IVA, ma supera i 5000 euro di fatturato. Superata tale soglia, verranno versati i contributi all'INPS nella misura di 1/3 da parte del fornitore (cioè il traduttore occasionale) e 2/3 da parte del committente (il cliente).


Il concetto di occasionalità tiene conto del requisito di abitualità che implica la ripetitività delle prestazioni eseguite e la continuità delle stesse.
Quindi se uno ha un'altra attività principale, ed esegue pochissime traduzioni all'anno, è un lavoratore autonomo occasionale.
Se, invece, il numero di traduzioni comincia a essere consistente, rileva il principio dell'abitualità e quindi non si è più occasionali ed è necessario aprire la P. IVA.

È possibile essere occasionali con una o due prestazioni all'anno di importo anche considerevole (caso tipico: consulenze). Se si supera la soglia dei 5000 euro, ci si iscrive alla gestione separata (nel nostro caso) o alla cassa specifica e si versano i contributi.

Ciao!
Gianni
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Ricevute, prestazioni occasionali e gestione separata INPS






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